Basilica di San Tommaso

san tommasoLa Basilica di S. Tommaso, fu costruita su un terrapieno di riempimento all'incirca nel VI - VII secolo per la parte sepolcrale sottostante e nel XII - XIII secolo per l'elevato. Tale costruzione ci riporta di colpo alle immagini della necropoli pagana più antica. Il suo spazio interno sembra rimandarci agli edifici sepolcrali della necropoli con le sue tombe distese lungo tutta l'area pavimentale a prescindere della parte absidale posta ad oriente per la celebrazione del rito cristiano.

Nata forse precedentemente all'epoca di Paolino (il Santo nei suoi scritti menziona l'esistenza di cinque basiliche in prima fase, successivamente di quattro, già esistenti in Cimitile prima della sua venuta) ad opera della Comunità Cristiana di Nola come conseguenza spontanea di un culto. A seguito degli scavi intrapresi si è evidenziato una antica stratificazione sepolcrale. Due strati tombali di epoche diverse e d'impianto similari tappezzano interamente il pavimento della basilica. Ciò testimonia l'utilizzo della basilica come sacrario o meglio come "ossario". 
Apparentemente la basilica sembra essere priva di altare ed i resti degli affreschi sulla parete meridionale lasciano intravedere volti che nulla hanno a che vedere con raffigurazioni simboliche e bibliche tipiche delle altre basiliche. Nel nostro caso, invece, si tratta di immagini di defunti disposte lungo le pareti a corredo delle sottostanti tombe. L'altezza attuale cui si trovano i resti fa supporre diversi registri decorativi in modo tale che le teste ed i volti ivi raffigurati fossero in perfetta corrispondenza numerica con la sepoltura. Ciò è confermato da una epigrafe marmorea del XVII secolo, posta sulla parete a settentrione della stessa basilica lasciata dal preposito Carlo Guadagni.
Si evidenzia, in tale modo, il cambiamento nell'uso dello spazio basilicale che subisce un'involuzione decorativa e fruitiva fino a ridiventare spazio sepolcrale, fenomeno quest'ultimo che portò al definitivo declino dell'area sacra cimitilese conclusosi nel XV secolo circa, con il passaggio della cattedrale e della Curia a NoIa e con l'abbandono totale degli splendidi edifici di Paolino ormai ridotti a poveri resti. Sulle pareti interne al di sopra delle immagini dei defunti ci sono quattro affreschi di epoca barocca ben conservati. Sulla parete meridionale, ve n'è uno di estrema importanza, in cui è raffigurato il miracolo dell'uva: "San Felice accorre in aiuto del vescovo Massimo, quest'ultimo rifugiatosi sui monti di Avella per sottrarsi alle persecuzioni dei pagani. Il Santo lo ritrova quasi morente, prostrato dal tormento del freddo e indebolito per l'assenza di cibo, San Felice non avendo di che sfamare e dissetare il vescovo Massimo, grazie ad un miracolo divino, estrae dai rami di uno spinaio dei grappoli d'uva, li stacca e li spreme premurosamente nella bocca del moribondo. Il vescovo andrà di li a poco a spalancare di nuovo gli occhi". 
La basilica di San Tommaso si mostra, oggi, anche corredata da un campanile, coperto da bulbo del periodo normanno. Ciò induce a supporre che la costruzione sia stata usata dopo i tempi di Paolino come luogo di culto. Attualmente la basilica è sede di un raccolto auditorium o saletta per conferenze. 
All'esterno non lontano dalla basilica si nota una piccola e originale fonderia, utilizzata per la realizzazione di campane (NOLAE), costruita in tufi greci ed in tufelli squadrati di manifattura locale. La fonderia testimonia il ricordo popolare secondo il quale S. Paolino era l'inventore dei sacri bronzi e del rinomato sito cimitilese per la fusione degli stessi. Quasi a ridosso della fornace vi sono ancora interrate delle grosse anfore dolium che contenevano cibi e bevande per ristorare i pellegrini che si recavano nel luogo sacro. 
Resta comunque interessante notare l'innalzamento di quota sul quale sorge la basilica dedicata a Tommaso. Quest'ultima, infatti, mostra uno strato geologico alluvionale nella parte bassa e vulcanico nella parte alta. Limi e sabbie fluviali e palustri, stratificatisi almeno intorno' al secolo VII d.C. e ci danno oggi qualche ragguaglio anche riguardo ai perchè del declino della città Santa di Cimitile ipotizzabile proprio in tale epoca. L'esame degli strati di formazione del terrapieno sul quale si eleva la basilica di S. Tommaso ed i relativi rinvenimenti nell'area compresa tra quest'ultima e quella del protomartire Stefano. inducono a valutare diverse ipotesi e possibili risposte. 
Una delle più verosimili parte dalla considerazione dell'aspetto fisiografico del territorio interessato dal nostro studio. Uno degli elementi, infatti che ha contribuito enormemente al disegno del nostro territorio è stato il fiume Clanio. Un corso d'acqua di rispettabile portata che nascendo dalle montagne avellane raccoglieva ruscelli, torrenti e nevi disciolte, oltre le ricche acque meteoriche. Il fiume attualmente non è più in superficie ed il suo letto è letteralmente scomparso nel corso dei secoli ma la zona è ancora oggi molto ricca di acqua e di tantissimi pozzi. 

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